Stamattina a scuola una piccola cerimonia, voluta dai compagni di classe, per commemorare Ilaria.
Alle 9.55 una campanella speciale ha suonato per un minuto di raccoglimento in tutte le classi, mentre la sua classe, insieme ai suoi docenti che l’hanno accompagnata in questi anni di studio, uno studio un po’ particolare, fatto di distanza e vicinanza, si recava nel giardino della scuola con un sole caldo e un cielo azzurrissimo e un freddo pungente a fare da sfondo e da contorno, sulle note di “Piccola Stella” di Ultimo; anche i suoi compagni hanno osservato un minuto di silenzio, un silenzio avvolgente, interrotto solo dalle parole della canzone:
“Sei la piccola stella che porto
Nei momenti in cui non ho luce,
Sei l’immenso di un attimo andato
Del mio sogno la parte migliore
Sei quel vento che soffia da sempre”.
Insieme a loro, la DS e la Vicepreside, c’era Vanessa, la mamma di Ilaria intorno alla quale ci siamo stretti tutti in un unico, immenso abbraccio. E poi i palloncini hanno preso il volo, verso il cielo azzurro, leggeri, portatori di pensieri e ricordi appesi a un filo.
Cara Ilaria, la tua mamma ci ha raccontato i tuoi sogni, la tua forza, il tuo coraggio, la tua determinazione; non li dimenticheremo, non ti dimenticheremo.
There is another sky,
Ever serene and fair,
And there is another sunshine,
Though it be darkness there;
Never mind faded forests, Austin,
Never mind silent fields –
Here is a little forest,
Whose leaf is ever green;
Here is a brighter garden,
Where not a frost has been;
In its unfading flowers
I hear the bright bee hum:
Prithee, my brother,
Into my garden come!
Emily Dickinson
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